La metafisica di un fauno
C – Teatro
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SINTESI
La metafisica di un fauno è un testo inconsueto per la drammaturgia contemporanea. Difficile davvero che in mezzo a tanti autori odierni che prendono di petto la realtà o che con la realtà giocano iperbolicamente spunti fuori un’opera così provocatoriamente incorporea come questa, un testo in cui il corpo – i corpi – appaiono pura epidermide, perdendo le scorie della carnalità. Tutto qui, in questa pièce, sembra così distante da ogni repertorio iconografico, sonoro, topografico sudamericano. Eppure è tutto così vero. C’è un Brasile che in pochi hanno saputo raccontare; un Brasile taciuto, segreto, nascosto. È il Brasile dei respiri che hanno la delicatezza del vento, della saudade non musicata, della malinconia di parole non dette, il Brasile dei tramonti e delle spiagge deserte, il Brasile che guarda a prima della civiltà, a prima di diventare Occidente, a quando i punti cardinali non erano che segni vuoti di senso. Tutto, parola dopo parola, suono dopo suono, in questo straordinario testo si stempera nello spirito di un mondo astratto. E quando diciamo astrazione intendiamo l’astrazione dell’arte, l’astrazione geometrica, pitagorica, che ha il gusto pieno e sinuoso della forma formata. Un’astrazione che è superamento della terrestrità. (dall’Introduzione di Yuri Brunello)
pagine: | 80 |
formato: | 14 x 21 |
ISBN: | 978-88-548-3834-5 |
data pubblicazione: | Febbraio 2011 |
marchio editoriale: | Aracne |

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