Scritti varii di Pietro Bonfante
Direttore Giuliano Crifò

La fama internazionale di Pietro Bonfante (1864–1932), giurista davvero completo, è specialmente affidata a opere fondamentali per il diritto romano, dalle magistrali Istituzioni (1896, ult. ed. 1987) alla geniale sintesi Diritto romano (1900, 1976), dalla celebre Storia del diritto romano (1902, 1958–59), “strumento ineguagliabile di educazione giuridica” (Betti) ai volumi del Corso di diritto romano in cui il Maestro, a partire dal 1925, sottopone a rigorose analisi le molteplici testimonianze delle fonti in tema di famiglia (1925, 1963), proprietà (1926–28, 1966–68), diritti reali (1933, 1972), obbligazioni (1918–20, 1979), successioni (1930, 1974). Per non dire dell’edizione c.d. “milanese” del Digesto giustinianeo (1908–1931), splendida lettura critica dei manoscritti avviata con Carlo Fadda, Contardo Ferrini, Salvatore Riccobono e il proprio maestro, Vittorio Scialoia; nonché delle molteplici addizioni, note e traduzioni, interventi riformatorii e di politica del diritto, di storiografia, di scienze politiche, in gran parte riunite dallo stesso Bonfante tra il 1916 e il 1925 nei quattro volumi dei suoi Scritti giuridici varii. Il sovrano dominio delle fonti, trattate con quel metodo “naturalistico” (o “morfologico”) che consiste — egli dice — «nel separare nettamente le finalità e la struttura degli istituti e nel desumere dalla struttura attuale e le ragioni dell’interpretazione e le fasi ignote della storia più remota delle formazioni giuridiche», rende i contributi bonfantiani sia storici sia dogmatici, romanistici e civilistici, sempre attuali e fecondi e tuttora necessari per la discussione scientifica.
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