Left. Avvenimenti
Hirst e l’arte della truffa

Vorrei approfittare, un po’ abusivamente, di un romanzo per dire la mia sull’arte contemporanea. Si tratta di Questa è arte! di Giovanna Corrias Lucente (Aracne), nasce da un precedente racconto – profetico – del 1883, se pensiamo che lo squalo in formaldeide di Damien Hirst è del 1991. Vi si narra infatti di un giovane artista molto ambizioso, semi-fallito e paranoide, che trafuga salme nei cimiteri per esporle in galleria. Un commissario un po’ da sceneggiato televisivo è sulle tracce, ma quando alla fine riuscirà quasi ad acciuffarlo l’artista si sottrae all’arresto suicidandosi e calandosi in una vasca di plexiglas, pronto anche lui per essere esposto. Il romanzo, un po’ convenzionale nella caratterizzazione dei personaggi, ha il pregio di soffermarsi criticamente sul sistema dell’arte, sul variopinto sottobosco che ruota oggi intorno all’arte (mercanti avidi, furbi critici-curatori, collezionisti miliardari e ignoranti, pubblico fatuo del vernissage), prendendo però sul serio la questione centrale dell’arte contemporanea (o almeno di un suo filone consistente): rinuncia consapevole alla bellezza, contaminazione anche ”rischiosa“ con la fisicità, estetica dell’orrore. Il tema è delicato. Da una parte l’arte contemporanea viene giudicata da critici autorevoli una truffa organizzata per il business (quello squalo è valutato 25 milioni di dollari!), e dall’altra però questa critica può essere fatta sia in modo argomentato (vedi Clair o Fumaroli) come insofferenza verso tutto ciò che non si capisce (anche gli impressionisti erano rifiutati perché incomprensibili). Da qualche decennio l’arte si misura con la pubblicità, i videogiochi, l’industria della moda e del look, e poi ha ridefinito il proprio stesso statuto. Occorre saper distinguere tra semplice trovata e ricerca rigorosa. Ma soprattutto: il romanzo ci porta a una conclusione. Oggi un artista è più radicale del suo omologo scrittore: mette in gioco sé stesso, il proprio corpo, perfino la propria vita, si espone alla vertigine e all’eccesso della creazione, ha una dedizione quasi fanatica al proprio ideale.

Informativa      Aracneeditrice.it si avvale di cookie, anche di terze parti, per offrirti il migliore servizio possibile. Cliccando 'Accetto' o continuando la navigazione ne acconsenti l'utilizzo. Per saperne di più
Accetto