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Italiani in Messico, raccontare la storia di un contributo

Nella sede dell'Ambasciata del Messico a Roma è stato presentato ieri il libro "Italianos en México: arquitectos, ingenieros, artistas entre los siglos XIX y XX" (ed. Aracne), a cura di Olimpia Niglio, docente di Storia dell'arte, e del geografo Martín Checa-Artasu. Con i curatori, hanno presentato il volume Ana María González Luna, dell'Università di Milano, e l'artista e designer messicano Pedro Friedeberg.
La monografia, ha spiegato González Luna, colma un vuoto, perché non era mai stato studiato il contributo italiano alla cultura del Messico. Sono state ricordate le figure degli italiani a cavallo tra i due Paesi che hanno lasciato il segno, da Francesco Cavallari (1809-1896) a Claudio Linati (1790-1832), da Adamo Boari (1863-1928) a Pietro Gualdi (1808-1857) e Tina Modotti (1896-1942).
Nei diversi campi, dall'architettura alla fotografia, passando per l'ingegneria, hanno tutti avuto un ruolo nel portare la cultura, la formazione e la visione del mondo degli italiani nel Paese latinoamericano. Rilevante, in particolare, la presenza nell'architettura, tanto nel campo civile quanto in quello religioso.

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