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Book “Social Gossip” di Antonia Cava e Francesco Pira

Il pettegolezzo? Un tempo si fermava ai cortili, oggi viaggia sui social e in tv. Nella loro opera, “Social Gossip”, i due sociologi della comunicazione, Francesco Pira e Antonia Cava, si sono chiesti se effettivamente il chiacchiericcio, oltre ad essere frivolo, non sia anche motivo di seria riflessione. E quindi: Qual è il suo ruolo sociale? In che modo il pettegolezzo si è trasformato nel corso del tempo? Come lo studio del gossip può servire a rileggere le interazioni della società contemporanea?
Da qui nasce un libro ricco di considerazioni che vanno oltre la semplice osservazione dei fatti. Ci si domanda come il mondo del giornalismo risponda alla sollecitazione del pettegolezzo; oggi, infatti, è pratica sempre più diffusa quella di creare notizie a partire dal rumor. E si scandagliano gli ambiti in cui maggiormente il pettegolezzo dilaga: la sfera politica; per finire con il gossip in tv e sul web.
“Abbiamo scelto – sottolineano i due autori – di trattare il gossip come formula comunicativa scientificamente interessante e lo abbiamo fatto mettendo insieme le competenze sviluppate da ciascuno di noi negli ultimi anni di ricerca. Approfondendo quindi da una parte come i linguaggi giornalistici si trasformano nel momento in cui il pettegolezzo irrompe nel percorso di produzione della notizia, dall’altra che spazio occupa il pettegolezzo nelle logiche televisive”.
Il volume si apre con l’introduzione del professor Domenico Carzo, ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi e Componente del Comitato Scientifico della sezione Processi e Istituzioni Culturali dell’AIS (Associazione Italiana di Sociologia). ”Le voci, le chiacchiere condivise con altri attori sociali al fine di svelare segretezza ed intimità svolgono un’indubbia funzione socio-comunicativa; – rileva il professor Carzo – una pratica collettiva che coinvolge l’intero corpo sociale nella produzione di significati”.
Abbiamo posto alcune interessanti domande agli autori così da approfondire meglio il tema di questo libro.

Com’è nato “Social Gossip”?

F. Pira: E’ nato dalla voglia di indagare a 360 gradi su quello che accade nel momento in cui un rumor si trasforma in gossip e può avere un effetto deflagrante. Con la collega Antonia Cava abbiamo provato a mettere insieme le competenze nella ricerca e quindi indirizzare il nostro lavoro sui media tradizionali e sui social. Abbiamo parlato del pettegolezzo degli adulti e di quello dei bambini. Come scrive il professor Domenico Carzo nell’introduzione al volume le voci, le chiacchiere condivise con altri attori sociali al fine di svelare segretezza ed intimità svolgono infatti un’indubbia funzione socio-comunicativa.

A. Cava: Il libro nasce dal desiderio di sfidare il pregiudizio che lega il pettegolezzo alla frivolezza, dimostrando come le chiacchiere condivise al fine di svelare segretezza producano invece significati sociali interessanti. Indagando i sentieri del gossip abbiamo scoperto come il pettegolezzo sia una delle possibili forme in cui incrociare il piacere della narrazione. Un testo aperto, forse malizioso ed indiscreto, che permette un gioco d’immaginazione.

Una notizia di gossip circola sul web più velocemente rispetto ad una notizia di cronaca. Ha molte più visualizzazioni, quindi fa più audience. Il gossip press è quindi il futuro secondo voi?

F. Pira: Il modo di fare giornalismo ha subito molte mutazioni nel corso del tempo. Alcune connesse agli strumenti attraverso cui si veicola l’informazione, altre derivanti dal cambiamento della società, dal modo in cui si forma l’opinione pubblica. Questi due livelli non sono separati ma interconnessi. Esiste però un momento storico che ha fatto da spartiacque tra il prima e il dopo, il sexigate Lewinski. Dopo questo caso i rumors sono spesso diventati la fonte delle notizie. Si scrive tutto e il contrario di tutto. Negli Stati Uniti i giornalisti vengono pagati tenendo conto del numero di like che ottengono sui social i loro articoli. Il gossip press non è il futuro è il presente.

A. Cava: Non parlerei di gossip press in termini di futuro del giornalismo. Piuttosto mi soffermerei sulla forza che questa particolare formula del racconto oggi mostra di possedere. Il pettegolezzo è, infatti, una storia partecipata in cui il fruitore si trasforma in narratore; un testo aperto la cui pluri-autorialità rende quasi impossibile risalire alla responsabilità di chi infrange la vita privata delle vittime della diceria. I pubblici si lasciano affascinare da questa “storia viva”, nel passaggio di bocca in bocca chiunque può aggiungere un tassello a questo intreccio narrativo.Il pettegolezzo politico che ritroviamo in molti programmi televisivi conta milioni di telespettatori, perché succede questo se ciò di cui abbiamo bisogno è più concretezza e meno chiacchiere?

F. Pira: Questa domanda meriterebbe una lunghissima risposta. Da anni studio la comunicazione politica in Italia e all’estero e cerco di cogliere le peculiarità ed anche gli aspetti più deteriori. Ormai gli annunci delle decisioni politiche non si fanno in Parlamento o a Palazzo Chigi ma via Twitter o nel salotto di Bruno Vespa. La politica non parla più attraverso la retorica ma attraverso la propaganda che sfocia nella disintegrazione dell’avversario attraverso rumors.

A. Cava: Oggi il gossip è diventato un vero e proprio format. Nel nostro lavoro parliamo di “talkizzazione” dello spazio televisivo. La televisizzazione dell’informazione politica, spettacolarizzando le vite private dei politici, travolge nelle dinamiche discorsive del pettegolezzo il mondo delle istituzioni. Sempre di più i personaggi che animano il territorio politico sono oggetto di curiosità ed interesse, al centro di discussioni divertenti che regalano agli spettatori un senso di vicinanza ai protagonisti della scena pubblica.Perché consigliate di leggere “Social Gossip”?

F. Pira: Per premiare il nostro lavoro!!! Scherzo. Leggendo questo nostro saggio vi possono vedere varie sfumature. Magari non cinquanta di vari colori, ma alcune interressanti su come media, politica si stanno trasformando. C’è un focus nell’ultimo capitolo a cui tengo molto: come il pettegolezzo viene usato dalle nuove generazioni e quanto può essere pericoloso se diffuso sui social. I genitori dovrebbero leggerlo ed anche gli educatori. Per assumere un punto di vista, articolato ma lontano dagli stereotipi.

A. Cava: Ciascun lettore troverà un po’ di sé in questa analisi del voyeurismo verbale. Il nostro saggio permette di riflettere sulla micro-architettura narrativa con cui inevitabilmente facciamo i conti nella nostra vita quotidiana.

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