Osservatore Romano
Una storia di riforme

Pubblichiamo la prefazione, scritta dal vescovo segretario aggiunto del Supremo tribunale della Segnatura Apostolica, al volume di Stefano Rossano «La costituzione apostolica “Pastor bonus”. Evoluzione storico–giuridica e possibili prospettive future» (Aracne, Ariccia, 201, pagine 286, euro 16).

Quella della Curia Romana – è stato intelligentemente scritto – è la storia delle sue riforme.
Quella della Curia Romana — è stato intelligentemente scritto — è lastoria delle sue riforme.
E, in effetti, quest’organo ministeriale, di natura squisitamenteecclesiale — ma purtuttavia di diritto positivo e quindi perfettibileperché fallibile, e viceversa — attraverso il quale il Romano Ponteficesuole esercitare il suo primato di giurisdizione, che invece appartieneall’irrinunciabile costituzione divina della Chiesa, sin dal suo auroraleapparire, che può identificarsi col “presbyterium Apostolicae Sedis”, nonha mai cessato, malgrado periodi di più lunga, ma in realtà apparente,stasi, di rigenerarsi attraverso un divenire normativo che ha avuto isuoi momenti salienti in Sisto V (1588), San Pio X (1908), Paolo VI(1967), San Giovanni Paolo II (1988). Tale sviluppo storico ha corrispostoa formidabili snodi nella vita della Chiesa. Il che è avvenuto,come conseguenza, con la costituzione sistina “Immensa Aeterni Dei” neiconfronti del Concilio di Trento, con la “Regimini Ecclesiae universae”di Papa Montini rispetto al Concilio Vaticano II, con la “Pastor bonus”di Giovanni Paolo II nei confronti della promulgazione del Codicedel 1983, o, per così dire, giocando d’anticipo, come avvenne con ilcoraggioso intervento di Papa Sarto, che anticipò e sollecitò di quasiun decennio la promulgazione del Codice del 1917.
Dal “presbyterium” alla Cancelleria, al Concistoro alle prime CommissioniCardinalizie, alle Congregazioni Romane, nelle quali, già nel1920 un prestigioso canonista quale D. Prümmer scorgeva un significativo esempio di “originaria sinodalità permanente”, è un complessocammino nel quale è possibile cogliere la ratio genetica dei vari istitutiche compongono la Curia Romana, ed, eventualmente, individuarneil mutamento o addirittura l’eterogenesi. Una storia nella quale nonsono nemmeno mancati tentativi e audacie, quali il generoso, e forsequa e là ingenuo, Piano di riforma umiliato a Pio VII di mons. G.A.Sala, poi cardinale, fatto lestamente ritirare per ragioni di opportunitàpolitica dal card. Segretario di Stato Ercole Consalvi, all’epoca plenipotenziario a Vienna per il Congresso, e in seguito ripubblicato nel 1907da G. Cugnoni, pronipote del Sala.
La presente pubblicazione del dott. Stefano Rossano è il risultatodella sua tesi di laurea in diritto canonico e offre la possibilità di ripercorrerele tappe principali di questo iter, il che, nel presente momentoin cui — per decisione di S.S. Papa Francesco — si discute di unanuova riforma della Curia e se ne attendono gli esiti, non è certo privodi interesse e di utilità.

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