L’Io diviso
Dai medici-filosofi alla letteratura, al teatro e al cinema del Novecento
Area 10 – Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
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SINTESI
In quanti siamo? «Nel corso di un’esistenza anche normale un gran numero di personalità distinte si succedono». Così scriveva nel 1892 lo psicologo Alfred Binet. Il saggio si propone di ripercorrere le tappe attraverso cui la psicologia sperimentale francese dei medici–filosofi, nella seconda metà del XIX secolo (ancor prima del fiorire della psicoanalisi freudiana), è giunta alla formulazione del concetto di Io diviso nei soggetti sani, e di indagare come questo abbia influenzato la letteratura, il teatro e il cinema del Novecento. Pensiamo, ad esempio, a Luigi Pirandello, che prende a modello la teoria delle personalità plurime per rendere totale l’identificazione tra l’artista–creatore e i suoi personaggi, Io parziali del drammaturgo stesso. O ancora a Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi, un vero e proprio exemplum letterario del lavoro di Binet e dei coevi psicologici francesi. Dall’analisi effettuata risulta evidente come la psicologia penetri non soltanto nella creazione artistica ma ancor di più nell’oggetto della creazione stessa; è questo il caso del film Gli occhi, la bocca di Marco Bellocchio, in cui, in un riuscito gioco metalinguistico, é proprio il personaggio–artista ad essere diviso. La psicologia e l’arte, nell’arte.
pagine: | 160 |
formato: | 14 x 21 |
ISBN: | 978-88-548-6037-7 |
data pubblicazione: | Maggio 2013 |
marchio editoriale: | Aracne |

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