Belli da Roma all’Europa
A cura di Franco Onorati
Italo Battafarano, Flavia Cartoni, Laurino Giovanni Nardin, Rossana Platone, Cosma Siani
Introduzione di Sebastiano Antonio Prete
Italo Battafarano, Flavia Cartoni, Laurino Giovanni Nardin, Rossana Platone, Cosma Siani
Introduzione di Sebastiano Antonio Prete
Area 10 – Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
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SINTESI
Introduzione di Antonio Prete.Rimasti inediti e clandestini durante la vita dell’autore, i 2279 Sonetti romaneschi di Giuseppe Gioachino Belli ricevettero un singolare “battesimo” internazionale a Roma, grazie a Gogol’ che, giuntovi fin dalla primavera del 1837, ebbe modo di ascoltarne alcuni dalla viva voce del Poeta, verosimilmente nel salotto romano di una sua connazionale, la principessa Zenaide Wolkonskaia, di cui Belli fu più volte ospite. Gogol’ ne rimase colpito e non tardò a riferirne in termini assai favorevoli sia a una sua corrispondente moscovita, sia a Charles Augustin de Sainte-Beuve, occasionalmente incontrato sul battello che li portava da Civitavecchia a Marsiglia. A sua volta il critico francese riprese la notizia, partecipandola a un suo amico e facendone oggetto di annotazioni nei suoi scritti. Data da quegli anni (siamo tra il 1838 e il 1839) l’inizio della fortuna europea di Belli; una fortuna che poi ha attraversato l’Ottocento e il Novecento, come testimonia una prima raccolta delle numerose traduzioni dei sonetti romaneschi, pubblicata nel 1983, con il titolo Belli oltre frontiera. La fortuna di G.G. Belli nei saggi e nelle versioni di autori stranieri (Bonacci editore). In ideale prosecuzione di quell’antologia la presente pubblicazione testimonia il perdurante favore che i sonetti di Belli riscuotono da parte di poeti, studiosi e italianisti, presentandone le nuove versioni in cinque lingue (francese, inglese, tedesco, russo e spagnolo), con il testo originale a fronte. La cultura europea continua a misurarsi con il genio di Belli e a cimentarsi nella difficile impresa di tradurlo, sfidando così vittoriosamente l’ammonimento di Robert Frost: «La poesia è ciò che nella traduzione va perso». (il Centro Studi “Giuseppe Gioachino Belli”)
pagine: | 236 |
formato: | 17 x 24 |
ISBN: | 978-88-548-3061-5 |
data pubblicazione: | Aprile 2010 |
marchio editoriale: | Aracne |

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